Lavoro straordinario festivo del dipendente pubblico, ammessa la retribuzione anche in caso di autorizzazione implicita (Cassazione Civile Sez. Lav., 21/05/2025, n. 13661)

DiAnnamaria Palumbo

Lavoro straordinario festivo del dipendente pubblico, ammessa la retribuzione anche in caso di autorizzazione implicita (Cassazione Civile Sez. Lav., 21/05/2025, n. 13661)

La Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza n. 13661 depositata il 21 maggio 2025, ha affrontato una questione molto dibattuta nel diritto del lavoro pubblico: la retribuzione del lavoro straordinario svolto nei giorni festivi anche in assenza di una specifica autorizzazione formale, purché tale autorizzazione risulti implicita.

Il caso riguardava un gruppo di dipendenti pubblici addetti ai servizi di vigilanza presso il Palazzo Reale di Caserta, che avevano richiesto il riconoscimento del diritto al pagamento delle ore di lavoro straordinario svolte fino al 31 dicembre 2017. Mentre la Corte d’Appello di Napoli aveva riconosciuto il diritto al pagamento dello straordinario nei giorni feriali, aveva invece rigettato la domanda relativa alle ore festive, ritenendo mancante una specifica autorizzazione.

La Cassazione ha riformato questo orientamento, riaffermando e chiarendo alcuni principi fondamentali:

  1. Autorizzazione implicita al lavoro straordinario
    Non è necessario che l’autorizzazione al lavoro straordinario, anche festivo, sia espressa in modo formale e specifico. Può essere sufficiente che sia implicita, cioè richiesta, conosciuta o tacitamente accettata dal datore di lavoro. L’autorizzazione implicita si desume dal contesto e dalle circostanze che dimostrano la consapevolezza e il consenso del datore di lavoro.
  2. Onere della prova e valutazioni del giudice
    L’accertamento dell’esistenza o meno di un’autorizzazione implicita rientra nelle valutazioni istruttorie e di merito, e non può essere escluso sulla base della mancata contestazione di fatti storici. L’autorizzazione può essere dedotta dal complesso degli elementi probatori, inclusa l’organizzazione del servizio e la necessità dell’attività lavorativa nei giorni festivi.
  3. Principi giurisprudenziali consolidati
    La Cassazione ha richiamato la propria giurisprudenza recente (Cass. 27 luglio 2022, n. 23506; Cass. 23 giugno 2023, n. 18063) secondo cui il lavoro straordinario è compensabile anche se l’autorizzazione è illegittima o contraria a disposizioni contrattuali, purché il lavoro non sia svolto insciente o prohibente domino, ossia senza il consenso del datore di lavoro.
  4. Rinvio per nuovo esame
    La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio alla Corte d’Appello di Napoli, in diversa composizione, affinché valuti se il lavoro straordinario festivo svolto rientri effettivamente nelle condizioni per essere riconosciuto e retribuito, in conformità con la contrattazione collettiva applicabile.

In conclusione, la decisione della Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei dipendenti pubblici, sottolineando che il riconoscimento economico del lavoro straordinario festivo non può essere negato per il solo fatto che non vi sia stata un’autorizzazione formale espressa, se questa può essere desunta implicitamente dalle circostanze. Ciò garantisce un più equo bilanciamento tra le esigenze organizzative della pubblica amministrazione e i diritti dei lavoratori.


Riferimenti normativi e giurisprudenziali

  • Cass. 27 luglio 2022, n. 23506
  • Cass. 23 giugno 2023, n. 18063
  • Art. 26 CCNL comparto Funzioni Centrali 16 febbraio 1999
  • Artt. 115, 116, 132 c.p.c.
  • Art. 360 c.p.c.
  • Art. 36 e 111 Costituzione Italiana

La sentenza conferma l’importanza di un approccio sostanziale nella valutazione delle autorizzazioni al lavoro straordinario, anche in ambito pubblico, e chiarisce che il diritto alla retribuzione può fondarsi su una autorizzazione implicita, purché il lavoro non sia svolto in modo arbitrario né clandestino.

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