Rassegna Maggio 2025

DiAnnamaria Palumbo

Rassegna Maggio 2025

Ecco un riepilogo delle pronunce più significative segnalate nel blog:

  • Cassazione civile, sezione lavoro, n. 12504 dell’11 maggio 2025: Questa sentenza ha confermato l’obbligo del datore di lavoro di garantire condizioni di lavoro rispettose della dignità del lavoratore. Il caso specifico riguardava un dipendente a cui era stato negato di lasciare la postazione per recarsi ai servizi igienici, portandolo a urinarsi addosso. La Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda, sottolineando che l’impellenza fisiologica è una necessità non eccezionale e che l’organizzazione aziendale deve prevedere modalità più rispettose per gestire tali esigenze. La sentenza rafforza il principio che il datore di lavoro deve tutelare non solo la sicurezza fisica ma anche la dignità morale del lavoratore, adottando misure preventive e organizzative adeguate per evitare condizioni umilianti.
  • Cassazione Civile Sezione Lavoro, n. 12204 dell’8 maggio 2025: Riguardo all’attività forense degli insegnanti pubblici, la Corte ha chiarito che l’autorizzazione a svolgere la libera professione implica un divieto implicito di patrocinare cause in conflitto di interessi contro l’Amministrazione di appartenenza. Tale divieto è inderogabile. Tuttavia, nel caso specifico, la Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero, confermando la decisione della Corte d’Appello, poiché il dirigente scolastico, pur avendo richiesto chiarimenti, non aveva modificato o revocato l’autorizzazione, generando un ragionevole affidamento nel docente sulla legittimità della sua condotta. La sentenza ribadisce il principio dell’incompatibilità rispetto al conflitto di interessi, ma evidenzia come l’ambiguità del comportamento datoriale possa incidere sulla valutazione disciplinare.
  • Cassazione Civile, Sez. Lavoro, n. 12128/2025 (depositata l’8 maggio 2025): In materia di demansionamento nel pubblico impiego privatizzato, la Corte ha confermato che l’assegnazione a mansioni inferiori è consentita a condizione che non siano completamente estranee alla professionalità del lavoratore, che sussista un’obiettiva esigenza organizzativa o di sicurezza, e che la richiesta avvenga in via marginale rispetto alle attività qualificanti o, se non marginale, meramente occasionale. La Cassazione ha rigettato il ricorso di una ASL, confermando che l’adibizione “costante e sistematica” e “per buona parte della giornata lavorativa” di un’infermiera a mansioni di OSS era illegittima, anche se le mansioni proprie erano svolte in via prevalente. Il ricorso sistematico e non marginale a mansioni inferiori viola di per sé il diritto alla professionalità.
  • Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza n. 12270 depositata il 9 maggio 2025: In caso di licenziamento di un lavoratore disabile per sopravvenuta inidoneità alle mansioni, la Corte ha ribadito che grava sul datore di lavoro l’onere di dimostrare di aver compiuto ogni sforzo ragionevole per evitare il recesso, adottando “accomodamenti ragionevoli”. L’obbligo di accomodamento ragionevole va oltre il mero repechage tradizionale e richiede una ricerca attiva di soluzioni organizzative appropriate. La nozione di “handicap” o “disabilità” è intesa in senso ampio, includendo condizioni patologiche che comportino una limitazione duratura. La Corte ha confermato che non è sufficiente allegare l’assenza di posti disponibili; il datore deve provare uno “sforzo diligente ed esigibile” per trovare una soluzione.
  • Cassazione civile sez. lav., n. 12269 del 9 maggio 2025: La Corte ha ribadito che le azioni collettive organizzate dai lavoratori, anche se non configurabili come sciopero formale, rientrano nell’ambito dei diritti costituzionalmente garantiti (art. 39 Cost.) e non possono essere sanzionate disciplinarmente. La libertà sindacale include la scelta delle modalità di azione collettiva, e il diritto di sciopero è solo una delle possibili forme di lotta. Le proteste collettive volte a difendere interessi collettivi, purché non illecite o violente, sono protette.
  • Cassazione, Sezione Lavoro, sentenza n. 12518 depositata il 12 maggio 2025: Sul tema dello straining, la Corte ha chiarito l’importanza fondamentale della valutazione del contesto specifico. Lo straining si configura in presenza di comportamenti stressogeni scientemente attuati, anche se limitati nel numero, che determinano una modificazione negativa e permanente della situazione lavorativa. Tuttavia, la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello che, nel caso specifico esaminato, non aveva ravvisato un comportamento stressogeno tale da configurare straining, sottolineando che non basta lamentare una generica situazione di stress o un singolo episodio spiacevole, ma è necessario provare la sussistenza di comportamenti specifici del datore di lavoro che siano scientemente stressogeni (o oggettivamente tali) e che abbiano causato un danno, valutando attentamente la gravità, l’impatto personale e professionale e tutte le altre circostanze del caso concreto.
  • Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 12971 del 14 maggio 2025: Riguardo al premio alla nascita o adozione erogato dall’INPS, la Corte ha dichiarato discriminatoria per motivi di nazionalità la condotta dell’INPS che aveva limitato l’erogazione del premio solo a donne con specifici permessi di soggiorno UE. La Corte ha rigettato il ricorso dell’INPS, affermando che le associazioni ricorrenti hanno piena legittimazione ad agire per discriminazioni collettive basate sulla nazionalità anche in ambito extralavorativo. Ha confermato che le circolari INPS avevano illegittimamente modificato i requisiti di legge, creando una disparità di trattamento ingiustificata. Ha ribadito il principio che le circolari amministrative non possono introdurre requisiti non previsti dalla legge.
  • Cassazione civile sez. lav., n. 12973 del 14 maggio 2025: La Corte ha riconosciuto il diritto alla maggiorazione contributiva prevista per i lavoratori invalidi (con invalidità superiore al 74%) che ricoprono incarichi sindacali, anche per i periodi di aspettativa sindacale non retribuita. La decisione si basa sul fatto che l’aspettativa sindacale è assimilata al lavoro effettivo ai fini previdenziali e che negare tale maggiorazione durante l’aspettativa sarebbe discriminatorio e disincentiverebbe l’attività sindacale da parte dei lavoratori invalidi.
  • Cass. Civ., Sez. Lav., sentenza del 5 maggio 2025 n. 11690: In materia di prescrizione dei crediti previdenziali, la Corte ha ribadito che la prescrizione già maturata ha efficacia estintiva del credito e non può essere rinunciata tramite atti impliciti come la richiesta di rateizzazione del debito. Le istanze di rateizzazione possono interrompere la prescrizione solo per crediti non ancora prescritti. La Corte ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa per un nuovo esame.
  • Cass. Civ., Sez. Lav., 3 maggio 2025 n. 11631: Riguardo alla sicurezza sul lavoro e alla responsabilità per danno alla salute, la Corte ha precisato il riparto degli oneri probatori. Il lavoratore che lamenta un danno deve allegare e provare l’esistenza del danno, la nocività dell’ambiente di lavoro e il nesso causale tra danno e prestazione lavorativa. Solo dopo che il lavoratore ha assolto a questo onere, grava sul datore di lavoro la prova di aver adottato tutte le cautele necessarie. Non è ammessa un’inversione dell’onere della prova che scarichi sul datore di lavoro la dimostrazione della diligenza senza elementi concreti di rischio allegati dal lavoratore.
  • Cass. Civ., Sez. Lav., 3 maggio 2025 n. 11636: Sul risarcimento del danno da perdita di chance in procedure concorsuali sanitarie, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un medico, confermando che è necessaria una prova rigorosa non solo dell’esistenza di una concreta possibilità di ottenere l’incarico, ma anche del nesso causale tra il comportamento datoriale e il danno subito. Ha sottolineato l’importanza di un’adeguata allegazione probatoria da parte del ricorrente.
  • Cassazione civile, Sezione Lavoro, n.10648 del 23 aprile 2025: Riguardo alla nozione di orario di lavoro e ai periodi di reperibilità, la Corte, in linea con il diritto UE, ha ribadito che se durante i periodi di reperibilità il lavoratore è obbligato a rimanere fisicamente presente sul luogo indicato dal datore di lavoro, il tempo trascorso deve essere considerato orario di lavoro. Questo implica che tali periodi debbano essere retribuiti in modo proporzionato e dignitoso.
  • Cassazione, Sezione Lavoro, ord. n. 10612 del 23 aprile 2025: Sulla valutazione dei comportamenti extralavorativi penalmente rilevanti, la Corte ha ribadito che il principio di presunzione di innocenza in ambito penale non si applica automaticamente al rapporto di lavoro. Ai fini del licenziamento per giusta causa, è sufficiente che i fatti contestati siano di gravità tale da compromettere il rapporto fiduciario, senza necessità di una condanna penale definitiva.
  • Cassazione, Sez. Lav., n. 10822 del 24 aprile 2025: In tema di controlli difensivi e licenziamento, la Corte ha ribadito che i controlli tramite telecamere o indagini personali sono legittimi solo se basati su un “fondato sospetto” di comportamenti illeciti e nel rigoroso rispetto dell’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori e della normativa sulla privacy. La perquisizione personale senza consenso è illegittima. Le prove acquisite in violazione di tali norme sono inutilizzabili.
  • Cassazione civile sez. lav., n.10864 del 24 aprile 2025: Sul diritto di critica e la tutela del whistleblower, la Corte ha riconosciuto che una segnalazione finalizzata a verificare il rispetto dei protocolli di sicurezza, anche se con toni accesi, rientra nell’ambito della legittima attività di whistleblowing meritevole di protezione, se non presenta intenti lesivi o espressioni offensive gratuite. Il diritto di critica deve rispettare criteri di continenza formale e sostanziale, pertinenza e veridicità.
  • Cassazione Civile, Sez. Lav., Ord. n. 10969 del 26 aprile 2025: La Corte ha confermato che i contratti di collaborazione coordinata e continuativa privi di un progetto specifico si convertono automaticamente in rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato (ai sensi dell’art. 69 D.Lgs. 276/2003). Tale conversione opera retroattivamente, e al lavoratore spettano le differenze retributive calcolate sull’effettivo orario di lavoro svolto.
  • Corte di Cassazione, ordinanza n. 11190 del 28 aprile 2025: In tema di pensione di reversibilità per il figlio superstite maggiorenne inabile, la Corte ha fornito chiarimenti sul requisito della “vivenza a carico“. Ha precisato che non implica necessariamente la convivenza materiale né una totale dipendenza economica, ma è necessario dimostrare che il genitore provvedeva al mantenimento del figlio in modo continuativo e prevalente. L’onere della prova spetta al figlio richiedente.

Infine, occorre menzionare anche il provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali del 13 marzo 2025, discusso in un articolo di maggio del nostro blog. Questo provvedimento ha dichiarato illegittima la geolocalizzazione dei dipendenti in smart working da parte di un’azienda regionale che aveva utilizzato tali dati senza base giuridica adeguata e per finalità disciplinari, in violazione del GDPR e della disciplina del lavoro agile.

È stato anche evidenziato, in un articolo del 19 maggio, l’orientamento della giurisprudenza (inclusa la Cassazione) che ha riconosciuto il diritto alla Carta del Docente anche per i docenti precari e il personale educativo, basandosi sui principi di parità di trattamento. Le azioni legali per ottenere tale riconoscimento sono possibili sia in forma specifica che risarcitoria. Si attendono possibili novità legislative per il 2025-2026 che potrebbero estendere normativamente il beneficio.

Questa rassegna sintetizza i principali temi e le pronunce giurisprudenziali più rilevanti del mese di maggio (e fine aprile).

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