Prescrizione dei crediti previdenziali, Cass. Civ. Sez. Lav., sentenza del 5 maggio 2025 n. 11690

DiAnnamaria Palumbo

Prescrizione dei crediti previdenziali, Cass. Civ. Sez. Lav., sentenza del 5 maggio 2025 n. 11690

La recente pronuncia della Corte di Cassazione, sentenza n. 11690 del 5 maggio 2025, ha affrontato una complessa controversia in materia di crediti contributivi e prescrizione, delineando importanti principi in ambito previdenziale. Il caso si è sviluppato a partire da una serie di intimazioni di pagamento emesse dall’agente della riscossione, impugnate da una società che ha contestato la legittimità delle pretese creditorie.

I precedenti gradi di giudizio

In primo grado, il Tribunale aveva respinto l’opposizione della società, dichiarando il difetto di legittimazione passiva dell’ente previdenziale. La Corte d’Appello, successivamente, aveva parzialmente accolto il ricorso della società, dichiarando prescritte alcune cartelle esattoriali, ma confermando per il resto le statuizioni di primo grado.

La società ha quindi proposto ricorso per cassazione, sollevando diversi motivi di doglianza, tra cui la questione relativa alla rilevanza delle istanze di rateizzazione come atti interruttivi della prescrizione.

I principali motivi del ricorso

Tra i motivi di ricorso presentati, i più significativi sono:

  1. L’interruzione della prescrizione tramite rateizzazione
    La società ricorrente ha contestato la decisione della Corte d’Appello, la quale aveva ritenuto che le istanze di dilazione del debito contributivo potessero interrompere la prescrizione, anche per crediti già prescritti.
  2. La mancata tempestiva produzione del fascicolo di parte avversaria
    È stata sollevata la questione della tardiva produzione del fascicolo dell’agente della riscossione in appello, che secondo la società non avrebbe dovuto essere considerato dal giudice di secondo grado.
  3. La prescrizione in ambito previdenziale come diritto indisponibile
    È stato sottolineato che, in materia previdenziale, la prescrizione già maturata è sottratta alla disponibilità delle parti, non potendo essere oggetto di rinuncia implicita attraverso istanze di rateizzazione.
  4. Regolazione delle spese processuali
    La società ha contestato la decisione di porre interamente a suo carico le spese di giudizio, nonostante un parziale accoglimento delle sue ragioni.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è pronunciata accogliendo il quarto e quinto motivo di ricorso, rigettando i primi tre e dichiarando assorbiti gli ultimi due. Le motivazioni principali della decisione sono le seguenti:

  • Rateizzazione e prescrizione
    La Corte ha ribadito che, in ambito previdenziale, la prescrizione già maturata ha efficacia estintiva del credito e non può essere rinunciata tramite atti impliciti come la richiesta di rateizzazione. Pertanto, la Corte d’Appello avrebbe erroneamente considerato tali istanze come rinuncia alla prescrizione già maturata.
  • Produzione documentale in appello
    La Cassazione ha confermato la correttezza del giudizio della Corte d’Appello in merito alla utilizzabilità del fascicolo di parte dell’agente della riscossione, ritenendo che non vi fosse stata violazione delle norme processuali.

Questa sentenza consolida alcuni importanti principi in materia di prescrizione dei crediti previdenziali, tra cui:

  1. Indisponibilità della prescrizione maturata
    La prescrizione in ambito previdenziale non può essere rinunciata dalle parti, neppure implicita o tacitamente, attraverso atti come la richiesta di rateizzazione del debito.
  2. Effetti della rateizzazione sui termini di prescrizione
    Le istanze di rateizzazione possono interrompere la prescrizione solo per crediti non ancora prescritti, ma non possono incidere su quelli per cui la prescrizione sia già intervenuta.
  3. Produzione documentale in appello
    I documenti prodotti tardivamente in appello possono essere utilizzati solo se già ritualmente presenti nel fascicolo di primo grado, come accertato dalla Corte d’Appello nel caso di specie.

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Genova in diversa composizione, affinché riesamini il merito della controversia conformandosi ai principi espressi. La decisione rappresenta un importante punto di riferimento per la giurisprudenza in materia di prescrizione dei crediti previdenziali, chiarendo ulteriormente i limiti e le condizioni di applicabilità di tale istituto.

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